Ilaria Drago e il miracolo dell’anima

Sabato 26 febbraio ai Magazzini della Lupa di Tuscania la Compagnia Ilaria Drago ha portato in scena “Simone Weil. Concerto poetico” da un’idea di Ombretta De Biase, con Ilaria Drago voce-live electronics, regista ed autrice dei testi, musiche, sonorizzazioni e luci di Marco Guidi. Lo spettacolo ha vinto l’VIII edizione del Festival “Le voci dell’anima” ed ha ottenuto il Premio Traetta della critica. In scena, una Ilaria Drago travolgente nei panni della donna che fu definita “un miracolo dell’anima e della coscienza umana”. Davanti al suo scrittoio-elettronico, l’attrice ripercorre le tappe principali della breve vita della Weil proponendo una lettera ispirata ad Attesa di Dio e riletta da Ilaria Drago in forma di concerto-poetico, una lettera che la filosofa scrisse all’unico amico e confidente Padre Perrin. Lo spettatore si trova immerso in una sorta di misticismo e di devozione “religiosa” quando le parole si fanno puro suono, quando i versi si confondono con la musica dell’anima. Lo spettacolo inizia con la morte di Simone, in un voluto e celebrato capovolgimento della natura stessa dell’individuo, come se dalla morte ritornasse di nuovo la vita, nella forma del ricordo e della memoria. Eppure, sembra di assistere ad un ritorno reale, ad una identificazione perfettamente riuscita: Simone è Ilaria, Ilaria è Simone. Il vissuto tragico dell’esistenza della Weil, si fa parola, s’incarna nella voce e nei suoni atavici della Drago. Un significante che non perde il suo significato, anzi porta nella sua stessa sillabazione, un crescendo di emozioni che spezzano le catene del luogo comune e della parola stereotipata. Simone diventa lo specchio delle nostre coscienze, è un lembo profondo a cui accedere per risvegliare una umanità più autentica che trova il proprio riconoscimento spirituale in un’entità chiamata Dio. Un Dio che si fa luce, un Dio che è amore, lontano dai sillogismi fuorvianti della Chiesa. Ma la ricerca della verità non è esente dal dolore, anzi coincide con esso. Ilaria Drago ci sorprende con i suoi trasformismi vocali: dai toni dolci, poetici ed eterei, riesce a passare a sonorità intense e drammatiche, perché tutto è lì, in una voce che incarna il dolore di una guerra che si porta dentro tutte le sue ignobili carneficine, una guerra che è la storia dell’uomo. Il ricordo si fa visione, immagine, evocazione, accompagnato dalle realistiche ed inquietanti sonorità di Marco Guidi. Di qui, uno spazio teatrale che diventa un universo atemporale, in cui tutto è vivamente presente e l’istante si realizza in modo compiuto. “Simone Weil” è uno spettacolo intensamente contemporaneo, non possiamo non restarne colpiti, toccati e quindi trasformati. È il fascino dell’intensità e della passione di una donna che ha saputo vivere la propria vita secondo il più alto significato della libertà e dell’amore. Ilaria Drago è riuscita a stabilire una comunicazione profonda con lo spettatore, ha scavato nella sua coscienza, ha parlato, quasi come un medium, con la voce della Weil per donarci l’indefinibile grazia della consapevolezza. Per info: www.ilariadrago.it

Vincenza Fava (Italia Sera, 4/03/2011)

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